MARIA IVANA TREVISANI- ALBISOLA CAPO-ITALIA
Distesa sulla sabbia
Eterno, dolce appassire del tramonto
sulla madreperla esitante del mare.
Mi stendo sulla sabbia, a braccia aperte,
per sentirmi una cosa con la Terra.
Per sentirmi insieme alle Vite passate
spente nella Terra.
Per sentirmi insieme alle Vite future
che, s'accenderanno, per un istante,
per veder le stesse stelle.
Mi sono stesa sulla sabbia a braccia aperte,
per sentirmi una cosa con la Terra.
E ho viaggiato con lei a velocità
straordinarie.
E mi sono lasciata portare nel vuoto
dell'Immenso,
vorticando fra gli astri, in ellissi ed in
spirali
apparentemente senza senso.
Ho viaggiato in un lembo d'Universo,
stupita del mio effimero, inspiegabile
Presente.
E ho ruotato su questa nostra folle giostra,
dove s’accalcano gli umani e s’ammucchiano i
rifiuti.
E ho sentito perdersi fra gli astri
le grida e gli scoppi della guerra.
O Terra, mia Terra violentata e guasta,
O Terra, sciagurato disturbo del Mistero;
il tuo misero Presente mi appartiene,
ma il tuo Eterno Moto è il solo Vero.
Intanto, lontani, profili d'acuminati monti
addentano, con i morsi ormai scuri della
notte,
le acque inquiete del profondo.
Mentre io, stesa sulla sabbia,
ancora ruoto nei vortici dei mondi.
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