VIAGGIARE,
TORNARE …CARLA BARLESE
Camminar su
sabbia brunita da raggi infocati,
tappeti di granchi bramosi d’amore,
conchiglie lucenti tra
alghe verdastre,
ondate incessanti
di ultime fiabe.
Ammirar
palme e
cespugli in preghiera,
orizzonti con trine e arabeschi di luna,
uccel messaggeri di pace
e d’oblio,
montagne innevate da sempre tradite.
Inebriarsi
di fresca lavanda e di zagara in fiore,
del the appena colto,
benedetto dal sole;
gustar cibi speziati,
bevande odorose
e dolci fragranti al
miele di acacie.
Sorridere
al
bambino dal futuro negato,
al solitario pastor
della steppa brumosa,
alla donna velata dai magnetici occhi,
a giovani ardenti con la
febbre nel sangue.
Ballare
su note
flautate di nostalgici tanghi,
passionali
flamenchi e rapidi abbracci ;
melodiosi
canti in notti stregate,
struggenti sospiri a
preludi di stelle.
Parlar
d’
emozioni vissute in fumosi bistrot
fino all’ alba
imperiosa, pulsante di vita
e poi
corse affannose per l’ultimo treno,
convulse valige , a stento portate.
Tornare
stanco di un continuo e
ormai faticoso andare
nel borgo culla della
vital essenza,
testimone dell’autentica mia storia,
su misteriose trame
ripercorro antiche vie
e nell’avita casa lo
spirto gitano alfin si placa.
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